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NEWS

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Nel 2012, nell’ambito del Piano di Azione Coesione (PAC) è stato previsto un intervento a favore dei giovani attraverso la promozione ed il sostegno di progetti del privato sociale da attuare nelle Regioni Convergenza (Calabria, Campania, Puglia e Sicilia) per il rafforzamento della coesione socio-economica, facendo leva su azioni di rete in grado di leggere i bisogni emergenti e di tradurli in proposte progettuali concrete, sostenibili ed efficaci. Il Dipartimento della Gioventù e del Servizio Civile Nazionale è stato individuato tra le Amministrazioni responsabili dell’attuazione, e specificatamente di un programma di interventi denominato “Progetti promossi da giovani del privato sociale”. L’intervento è stato avviato a fine 2012 con la pubblicazione di due Avvisi volti ad individuare le migliori idee, con il coinvolgimento dei giovani under 35, per realizzare attività mirate alla valorizzazione di beni pubblici e al miglioramento dell'offerta di servizi collettivi, con particolare attenzione ai beni culturali.
L’Avviso pubblico "Giovani per la valorizzazione dei beni pubblici" aveva come obiettivo quello di favorire la valorizzazione di beni demaniali ovvero patrimoniali, disponibili o non disponibili, di proprietà di una Pubblica Amministrazione, favorendone l'accessibilità e la fruizione da parte della collettività. Attraverso la valorizzazione di detti beni si intendeva favorire la promozione dell’imprenditoria e l’occupazione sociale giovanile. L’Avviso pubblico "Giovani per il sociale" intendeva favorire la diffusione della cultura della legalità, dell'inclusione sociale, del rispetto dell'obbligo scolastico, dell'orientamento nel mercato del lavoro ai fini del rafforzamento della coesione sociale.

 

Al fine di orientare le successive scelte programmatiche regionali in materia di politiche giovanili, favorendo così l’integrazione di tutte le progettualità che insistono su ciascun territorio, nel periodo ottobre-novembre 2015 Formez PA, nell’ambito delle attività affidate tramite il POAT “Per la Gioventù” 2013-2015, ha condotto una indagine quali-quantitativa dei progetti attivati, raccogliendo ed analizzando le informazioni fornite da 212 enti beneficiari dei finanziamenti del Dipartimento della Gioventù attraverso il PAC "Giovani del no profit per il Mezzogiorno".

In estrema sintesi [qui il report completo] è emerso che circa il 50% degli enti beneficiari hanno attivato reti con altri soggetti presenti sul territorio - e si dichiarano altresì orientati ad estenderle per aumentare l’efficacia delle proprie iniziative - coinvolgendo le pubbliche amministrazioni locali (26%), altri soggetti del terzo settore (14%), o altri soggetti pubblici e privati (17%). Le principali criticità riportate fanno riferimento alle fasi di avvio delle attività, sia a livello amministrativo e nei rapporti con la Pubblica Amministrazione (29%), sia a livello organizzativo interno per l’impostazione delle attività (23%). La dotazione organica degli enti, nel 40% dei casi, è contenuta tra le 11 e le 20 persone. Le ricadute in termini di nuove occupazioni non sono evidenti, atteso che in alcuni casi rientrano anche le collaborazioni occasionali. Resta in ogni caso residuale il ricorso sia ai Tirocinii che al Volontariato. Bassa la capacità degli enti di intercettare risorse aggiuntive: oltre il 52% non ha ricevuto altri finanziamenti pubblici (Statali o Regionali) per attività simili o comunque integrabili con quelle oggetto del finanziamento PAC. Peraltro, solo il 16% dei rispondenti auspica cofinanziamenti ulteriori e successivi al PAC. Il 41% sollecita tuttavia un maggiore supporto da parte della Pubblica Amministrazione dal punto di vista della visibilità o valorizzazione degli interventi realizzati.

 

Sulla scorta di tali evidenze, nel periodo febbraio-marzo 2016 sono stati organizzati dei Focus Group, uno per ciascuna Regione (qui i report completi per Calabria, Campania, Puglia e Sicilia), coinvolgendo le strutture regionali di riferimento e le associazioni titolari dei progetti finanziati dal PAC. Obiettivo di tali incontri, l’individuazione di buone pratiche ed aree di intervento, e la creazione di sinergie a livello territoriale al fine di possibili integrazioni con la programmazione 2014-2020. Per questo, l’analisi ed il confronto tra i partecipanti si è incentrata sull’importanza dell’attivazione delle reti territoriali tra gli enti operanti sul territorio, sul ruolo dell’animazione socio-educativa per l’attivazione del territorio, e sull’individuazione delle competenze strategiche per gli youth worker [oggetto di un precedente Focus tematico].
Complessivamente, i risultati degli incontri individuano un altissimo potenziale strategico nella creazione di reti tra soggetti del no-profit, operatori economici profit e le istituzioni pubbliche. Reti ampie, articolate e coese sarebbero infatti utili per allargare la partecipazione, istituendo un primo “scambio” (ad es., nel concorso alla definizione della policy e, ove del caso, definizione della contribuzione economica; nella legittimità a recitare un ruolo di co-definizione delle priorità e bisogni sociali a cui rispondere) aperto a tutti gli attori implicati.
Su un altro fronte, queste reti potrebbero anche sviluppare un’azione di “attrattore” di risorse aggiuntive, attraverso la riconoscibilità del ruolo svolto sul territorio e i risultati delle esperienze via via maturate. I processi aggregativi fra soggetti/progetti dotati di una logica comune, la loro reale contribuzione attraverso il conferimento di risorse proprie (non necessariamente finanziarie) faciliterebbero il compito delle istituzioni pubbliche nelle costruzione dell’agenda delle priorità e nell’individuazione delle migliori soluzioni per rispondere ai bisogni delle collettività locali. Una funzione che il pubblico potrebbe “riconoscere” applicando criteri di premialità, negli avvisi pubblici, nei confronti di quelle reti che assicurano un apporto di risorse (capitale sociale, umano, e relazionale) nello sviluppo futuro degli interventi.

 

Per offrire una mappatura più esaustiva possibile delle iniziative realizzate, infine, è stato realizzato il dataset Beneficiari del PAC “Giovani del no profit per lo sviluppo del Mezzogiorno”. Il dataset vuole essere uno strumento di conoscenza ed approfondimento sia ad uso degli Enti beneficiari, nell'ottica di favorire la creazione spontanea di reti a livello territoriale,  sia ad uso delle Regioni, che potrebbero utilizzarlo anche per sviluppare nuovi interventi che possano sviluppare sinergie tra i vari soggetti già operanti sul territorio.
Il dataset, liberamente consultabile sul web e in costante aggiornamento, contiene le informazioni riguardanti le Associazioni beneficiarie e i loro eventuali partner in ATS, il titolo del progetto, il riferimento all’Avviso e all’Ambito tematico, la localizzazione delle attività, il costo totale del progetto e i riferimenti di contatto.

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